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i cinque libri

della saga poetica sui Tolki, i parlanti

                                                     poesia

 

 

Tà poesia dello spiraglio e della neve, 2011

il primo libro

dei Tolki, i parlanti

vai a : estratti recensioni



MORETTI&VITALI 2011



TA' poesia dello spiraglio e della neve

collana: Forme dell’Immaginario poesia



 

 

 

IDA TRAVI: POESIA CON PERSONAGGI

A partire dall'anno 2000 con la riflessione teorica in L'aspetto orale della poesia (Selezione Premio Viareggio 2001) Ida Travi avvia la sua ricerca inedita e originale nel panorama della poesia italiana, echi mitici e contemporanei insieme, una nuova mitologia contemporanea... 

(...) Tà, come un taglio nella tenda, e la severa copertina, con l'Omaggio a Lucio Fontana, mostra sette tagli verticali su una tela chiara. Spiraglio, spiragli: ma da cui vedere cosa? Un luogo austero, forse una casa, forse una ex fabbrica (...) è un luogo limitato da assi, chiuso da lenzuola... Dallo spiraglio si intravedono oggetti, piccoli movimenti, e si possono udire i frammenti di un discorso continuamente interrotto e continuamente ripreso. Il lettore, incollato allo spiraglio, cerca di mettere insieme indizi, ma il piano dell'azione si sposta di continuo, la scena scompare.

Attraverso lo spiraglio appaiono gli oggetti di un quotidiano povero e antico, contadino (...) ( Franca Rovigatti in Il Manifesto, 5 maggio 2011 )



PER UNA NUOVA MITOLOGIA CONTEMPORANEA

 Luigi Bosco Ricominciare da TÀ. Per una nuova mitologia contemporanea ( luglio 2011)"...E a me pare che, con questa raccolta, Ida Travi tenti di fare proprio questo: assumersi la responsabilità di offrire al mondo la possibilità di una nuova realtà, con tutti i rischi che ciò comporta. Lo fa proponendo ciò che a me piace definire una nuova mitologia contemporanea che «narra ciò che in realtà non è, o non accade una volta per tutte, ma si fa, fuggevolmente diventa. (...) "da http://www.poesia2punto0.com/2011/07/29/ricominciare-da-ta-per-una-nuova-mitologia-contemporanea/

Luigi Bosco in poesia 2.0 , aprile 2011

(...) Una mitologia che non ha confini se non quelli dei margini della pagina scritta o della lunghezza d’onda della voce... Un abbozzo di innumerevoli piccole storie delle quali la Travi ci offre brevi singole sequenze, puntuali episodi di una saga, lunga come la storia, ancora tutta da scrivere, da costruire, da vivere e raccontare! Compiti, questi, che non spettano solo al poeta ma anche e soprattutto al lettore. Perché – questo è il patto che qui si instaura tra poeta e lettore, questa la grandezza di questa raccolta – senza il tramandarsi della vita e della voce, entrambe intese come gesti pieni che antecedono qualunque esercizio di coscienza, la parola si svuota e svuotandosi muore sulla pagina già morta, in silenzio, come se non fosse mai successo nulla.  

Antonella Lucchini per Mangialibri

https://www.mangialibri.com/poesia/tà-–-poesia-dello-spiraglio-e-della-neve

Olin, Attè, Inna, Antòn, Katrin, Usov. Sono i Tolki, popolo esiguo e timido che si mostra poco; di loro si sanno le mani, i piedi, la faccia, un pezzo alla volta. Si muovono, lavorano e chiacchierano, in un luogo che si chiama Tà (“Come un albero svettante nella sera/ uno scheletro orgoglioso TÀ

NOTA DI FIORANGELA ONEROSO Anterem Edizioni

NOTA DI FIORANGELA ONEROSO rimasta inedita in Ida Travi Archivio


 

Marco Furia A Ta'  per La Mosca di Milano n° 25

...tra silenzio, mutismo e linguaggio si situa l'affascinante, vasto territorio in cui abita una poesia ben conscia di come  tra il dire e il non dire, nel dire e nel non dire, emerga l'esserci. Un esserci nel cui incessante sviluppo si situa la parola, giacchè non in una corda che lega tra loro nomi diversi consiste l'espressione, bensì nell'intensità del sentire, del sapere ( e volere) mettersi in gioco, nel non perdere fiducia in se stessi nell'affrontare il tema della comunicazione con altri. Tutto questo è TA'. 

 

Roberta Bertozzi a TA' poesia dello spiraglio e della neve Moretti&Vitali 2011 in  in ‘Poesia’ Crocetti (dicembre 2011)“

…E se, come ha scritto Jean-Luc Nancy, l’ontologia è una fonologia, l’impressione è che la poesia di Ida Travi sia proprio tesa a verificare questo assunto; tesa a considerare l’espressione acustica non tanto in quanto medium o come articolazione di un discorso, quanto come rivelazione del nostro essere, di quel primo, e definitivo, stampo di noi che solo la parola a viva voce sa realizzare”.



Vincenzo Vitiello per TA' poesia dello spiraglio e della neve Moretti&Vitali 2011  pubblicaz. in L'Immaginazione Manni Editore

"...Difficile entrare nel cosmo poetico di Ida Travi, che, aperto a tutte le voci del mondo, tutte le accoglie trasvalutandole. Non è l’operazione comune all’uomo come all’animale, come alla pianta, l’operazione che è propria della vita, che cresce su se stessa nutrendosi dell’altro da sé; neppure è l’operazione che l’ermeneutica contemporanea ha teorizzato come ‘fusione di orizzonti’, che si attua nel dialogo tra uomini, appartengano essi alla stessa età o non, alla medesima storia e civiltà o non. È qualcosa di profondamente diverso, ché Ida non assimila l’estraneo a sé, all’opposto, tenta di farsi estranea con l’estraneo, e così lo trasvaluta, lo rende altro da quel che era, rendendo se stessa altra da sé.
Perciò quando dialoghi con lei, hai la sensazione che ti penetra nell’anima, e quel che hai detto, te lo restituisce cambiato, diverso, non dico più profondo, certo più intimo. Dopo che hai parlato con lei, ti senti legato alla tua parola: ecco son io, quel che ho detto son io. Sono la mia parola. E invece è il dono che lei ha fatto a te. La tua parola te la restituisce ‘più’ tua.  In Tà – libro non difficile, difficilissimo – l’operazione è più complessa. Hai immediatamente l’impressione che Ida non abiti più il tuo mondo, il mondo di tutti e di ciascuno. In

certo modo questo mondo – il comune, quotidiano mondo in cui ci muoviamo, pensiamo, viviamo – non c’è, non c’è più, posto che mai ci sia stato…”


Franca Rovigatti a TA' poesia dello spiraglio e della neve Moretti&Vitali 2011 in Il MANIFESTO​ 6 maggio 2012​

"...Ogni cosa in effetti luccica in questi versi, ma per spostamenti minimi, per gioie e dolori senza clamori, perché tutto è piccolo e grande allo stesso tempo, caduco e immortale. E lo stesso tempo ha sempre due volti, due vie, appunto: l'alto e il basso, la luce e la tenebra, la parola e il silenzio, e ciò perché, come scrive la stessa Travi ne L'aspetto orale della poesia,(1) "la lingua materna [...] lascia andare sia il trionfo che l'orrore. (...)"
http://www.anteremedizioni.it/files/file/TESTO%20RECENSIONE%20Franca%20Rovigatti.pdf

per continuarea leggere gli estratti dalle recensioni



Roberto Caracci Salotto Caracci (settembre 2011)
"---Non siamo semplicemente nella scrittura e non siamo semplicemente agli albori del linguaggio -non potremmo più esserlo-, quando la relazione neo-natale e neo-materna io/tu identificava la comunicazione con la percezione e la risposta al miracolo della pura voce materna. Siamo nella poesia che si volge alla propria origine, che lascia filtrare in sé il suono primordiale del mondo, delle cose, del corpo sonoro della madre...
....E' la tensione fra il dentro e il fuori, con la relativa pro-tensione del dentro verso il fuori e del fuori verso il dentro: brecce, fessure, tagli, spiragli nel muro, nelle porte, nelle finestre da una parte, in cui la nostalgia dell'infinito e dell'indefinito si riversa come nelle sforbiciate di Fontana...."
scheda video
http://www.poesia2punto0.com/2011/10/03/roberto-carracci-video-scheda-su-ida-travi/
http://www.youtube.com/watch?v=8GeSJ0e_mM8

 

Fiorangela Oneroso (settembre 2011)
"...Si vive in un continuo stato di stupore a rischio di frantumazione. Infatti, per Ida Travi, la vita è perennemente sottoposta al dominio del “Tà”, il suono onomatopeico che scandisce il passare del tempo, l’inizio e la fine: il taglio di un ramo, la prima sillaba di una parola, la sillaba ultima . Tà, fonema ambivalente. Creativo e distruttivo. Tà, come il bello e il  buono, ma anche come il triste e il crudele. Come il sereno e il tranquillo ma anche come il turbolento e l’inquietante. (...) "
da http://www.anteremedizioni.it/node?page=1

                                      

 Stefano Guglielmin ( giugno 2011) in blank de ta nuque
"...In nessun altra poesia come in quella di Ida Travi ogni cosa (gesto, paesaggio, oggetto) tiene il mondo nella sua quadratura di cielo, terra, divini e mortali, lo si sente agire in essa, in una tensione com-movente. I quattro, infatti, si muovono insieme verso di noi, che siamo della stessa sostanza, ci scuotono intimamente, affinché ci si ponga in ascolto vigile della "briciola smagliante" che ogni cosa è nel grembo del mondo.(...) "
http://golfedombre.blogspot.com/2011/06/ida-travi.html

Alessandra Pigliaru ( marzo 2011) in la dimora del tempo sospeso
"... La cesura di Tà. Poesia dello spiraglio e della neve (Moretti&Vitali 2011) sta soprattutto nei luoghi inesplorati dove la poeta porta con sé simboli e cifre che la contraddistinguono cercando nuove tracce, nuove foglie che sanno sollevarsi fieramente, come un preghiera : Inna, mostrami il piede sicuro || C’è un fiore | sotto il piede sicuro || getta la croce|| la zolla è calda | l’erba cresce come una santa." (...)
http://rebstein.wordpress.com/2011/04/02/ta-poesia-dello-spiraglio-e-della-neve/

*

 

Marina Corona (aprile 2011)
"....Che cosa in “Tà” lega la voce narrante ai suoi compagni? Certo la comune inquietudine per qualsiasi coordinata spazio-temporale che li contenga, certo il comune senso di un’attesa incombente dell’avverarsi di un nuovo evento, tale da metter fine all’angoscia, ma che non si avvera mai, certo l’insidioso disagio per uno stare impossibile in questo ‘non luogo’ (...)
http://www.poesia2punto0.com/2011/04/29/ta-poesia-dello-spiraglio-e-della-neve-2/

 

 Rosa Pierno (aprile 2011) in Trasversale.it
"...Storie scompaginate, brandelli di storie, o meglio, nuclei da cui può partire un intero racconto, una saga. L’innocenza del racconto, riposando su un suolo infido. Saranno ancora quegli stessi simboli a mostrare la doppia faccia di ogni medaglia, l’altro  aspetto delle cose, quello raccapricciante: che slega e fora. Inutilmente si farà riferimento al sonno come elemento riparatore, che solleva da tale stressante realtà. Non sarà che il sonno procura gli stessi deliri presenti nel linguaggio?"  (...)

Simurgh http://www.anobii.com/books/Tà/9788871864921/01065525b276874c07 (aprile 2013)


 Luce Tondi (giugno 2011) in poeticaepoetica.blogspot.com
"...Il contrasto sta tutto in una forma di espressione che definirei appunto obiettiva, aderente alla vita concreta delle persone, e nello stesso tempo profondamente rarefatta nella sua tragica astrazione, con quegli interrogativi tutti senza risposta, per cui l’unica possibilità è resistere, farsi forza. Anche se il dramma è perentorio “sei troppo vicina alla morte/ sei a rischio”  alla fine “torneremo a casa? / Sì / torneremo a casa” (...)



 


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