'La terra è inferocita, non parla più alla stirpe millenaria' Ida Travi, La corsa dei fuochi Moretti&Vitali Editori, 2006
La corsa dei fuochi Moretti&Vitali Editori, 2007
"...come se fossimo ancora noi gli antichi ..."
dalla quarta di copertina
poesie per la musica
Moretti&Vitali 2007
libro+Cd
il libro contiene CD con Canti e Letture
Voce Ida Travi
Voce cantante Patrizia Simone
Musica Andrea Mannucci
clicca Radio Rai :
http://www.radio.rai.it/radio3/fahrenheit/mostra_evento.cfm?Q_EV_ID=236184
PER ORDINI
"...come se fossimo ancora noi gli antichi..."
IN SCENA al Teatro Camploy
febbraio 2008
La corsa dei fuochi
di Ida Travi
opera di poesia, musica e danza contemporanea.
coreografia: Marcella Galbusera
In scena: Daria Anfelli
per presentazione a Più Libri Più liberi, 2006
Tomasi Kemeny per La casa della poesia
ex Palazzina Liberty Largo Marinai d'Italia, Milano
25 aprile 2006
presentazione di Vivian Lamarque e Michelangelo Coviello
Questo misterioso libro di versi va contestualizzato nell’ambito del lavoro teorico di Ida Travi (L’aspetto orale della poesia, 2000), nonché nell’ambito del suo lavoro compositivo (si vedano testi poetici scritti per la musica e messi in scena Il solitario e Il canto del moribondo e del neonato, rispettivamente del 2001 e del 2003). Libro misterioso in quanto pare essere il doppio di un testo non scritto, muto in quanto registrato nello “azzurro” onirico, ma velato al risveglio da quel silenzio che impone la scrittura, o se vogliamo, ispira alla traduzione della scrittura onirica nella lettera della lingua madre.
Sono testi che parlano a chi sa ascoltare la poesia come voce di un sogno (significativo, da questo punto di vista, l’exergo mutuato da Antonin Artaud 'Si tratta di dare alle parole, più o meno, l’importanza che hanno nei sogni' , e allo stesso tempo come voci della tragedia antica (Tomaso Kemeny)
da Corriere della Sera blog 26 febbraio 2008
estratto dalla nota di Ottavio Rossani
"La messa in scena di Verona al Teatro Camploy è un atto unico In scena l’attrice interpreta una sentinella del nostro tempo. L’azione rimanda alla scena d’apertura dell’Orestea di Eschilo: in quella scena la sentinella accucciata come un cane sul tetto della casa degli Atridi attende il segnale di fuoco che porta l’annuncio della caduta di Troia. All’orizzonte si accendono i fuochi, sotto di lei si stende la città. Da un lato l’oikos, il focolare, il domestico senza storia, e dall’altro la polis, che questi focolari ingloba o nega. Coreografia, musiche originali e canti sono composti e sviluppati sul testo poetico."
da L' Arena Spettacoli 2 marzo 2008
estratto dall'articolo
"...Usa l’immobilità, le dilatazioni, la spezzettatura del gesto e la sua ricomposizione, usa il sussurro ampio che cerca rigore, centro, unità e senso nelle terre di nessuno, nelle terre abbandonate dalla logica consequenziale e causale. Usa l’assenza e la fuga, l’imprecisione e la diagonale, la circolarità.
E’ un lavoro da proteggere, e segna finalmente una possibilità nuova per tanto teatro di poesia fatto tristemente al leggio.
(Simone Azzoni)
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ascolta canto da CD
voce Patrizia Simone